E’ stato uno degli argomenti trattati dall’attuale sindaco di Catania, Enzo bianco, durante il periodo di campagna elettorale e da oggi diventa un obiettivo concreto: dotare di un regolamento la festa di Sant’Agata. Orgoglio e vanto della città agli occhi di chi la osserva dall’esterno, per i catanesi è anche causa di disservizi e ombre gettate sulla legale organizzazione e svolgimento della ricorrenza.
Sindaco e vescovo hanno presentato il programma delle celebrazioni. La Chiesa è stata molto attenta, già l’anno passato, nel dotarsi di un regolamento efficace legato ai movimenti nella cattedrale e alla trasparenza delle spese. Adesso tocca al comune seguirne il buon esempio.
Il “Comitato per la legalità nella festa di Sant’Agata” ha presentato le proprie proposte all’amministrazione comunale, spinta dalla certezza che un tale evento possa tornare a racchiudere esclusivamente la genuinità delle tradizioni cittadine, spesso oscurate dalla scarsa organizzazione e dal rischio di infiltrazioni mafiose. Alcune modifiche, già sperimentate durante la scorsa festa, hanno prodotto effetti positivi: “l’isola della legalità” in piazza Cavour è stata rispettata e la processione del 4 febbraio si è conclusa con largo anticipo rispetto agli anni precedenti.
Ciò rappresenta il punto di partenza delle proposte avanzate dal Comitato. La prima di esse riguarda la creazione di un tavolo di concertazione formato da tutte le parti interessate all’evento, tra le quali, oltre allo stesso Comitato, anche il sindaco, il vescovo, il prefetto, il questore e i rappresentanti della Protezione civile, delle associazioni agatine e delle candelore. La seconda è rivolta al settore della formazione e finalizzata alla sensibilizzazione nelle scuole, affinché i giovani comprendano il vero significato della festa e le norme comportamentali per il suo regolare svolgimento. Il terzo punto riguarda un argomento complesso e spinoso: la trasparenza nelle spese e non solo per ciò che concerne i costi complessivi, ma anche specificatamente quelli delle luminarie e dei fuochi d’artificio e quelli legati alla rimozione della cera. Altrettanto importante: viene chiesta chiarezza sull’assegnazione degli appalti.
Molto complessa è la questione riguardante la distribuzione delle bancarelle su via Etnea e via Caronda. L’idea e di proibire e transennare le due strade, in modo che gli ambulanti non possano sostarvi, ma concedere, anche gratuitamente, la possibilità di occupare spazi nelle vie limitrofe. Il Comitato ha anche fatto notare come le candelore, lo scorso anno, siano tornate molto prima rispetto al fercolo, trovando così una piazza Duomo buia e vuota. Riscrivendo il loro percorso sarebbe auspicabile un rientro congiunto proprio con il fercolo.
La lucidità delle proposte ha toccato anche la questione post-festa della cera per le strade, pericolosissimo veicolo di incidenti stradali e infortuni di passanti, durante i giorni immediatamente successivi al passaggio dei devoti coi ceri. Sempre nel rispetto della devozione, ma anche del diritto di tutti i catanesi di non rischiare la vita per le vie cittadine, viene chiesto: <<che anche questa tradizione sia guidata indicando percorsi precisi, così da evitare che la cera liquefatta invada ogni angolo delle strade, con i danni che questo comporta all’incolumità dei cittadini e alle casse comunali, che ogni anno spendono circa 350.000 euro per rimuovere la cera. Intanto il traffico è bloccato, i pedoni rischiano di cadere e fratturarsi e automobilisti e motociclisti di fare incidenti e, com’è accaduto, di perdere la vita>>.
Idee e parole sagge, che incontrano il favore dei cittadini e che il nuovo sindaco è chiamato a rendere concrete, così come promesso in campagna elettorale.