La scuola diventa digitale
Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta
Da qualche giorno le scuole hanno riaperto i cancelli e migliaia di studenti, abbandonate le spiagge per riabbracciare i libri, si trovano di fronte alle molte novità del sistema scolastico. Dopo anni di tagli, il governo è tornato a investire in questo settore, stanziando 400 milioni di euro per l’istruzione pubblica. << Torna a essere applicato – dice il presidente del Consiglio, Enrico Letta – il principio costituzionale del diritto allo studio. Se non c’è diritto allo studio, le persone non sono in grado di superare le diseguaglianze nei punti di partenza >>. Ecco allora come sono ripartiti i soldi. 13 milioni permetteranno l’immissione in ruolo di 26 mila insegnanti di sostegno. Ciò servirà a dare maggiore stabilità ai 52 mila alunni con difficoltà di apprendimento, che vedevano cambiare il proprio professore di anno in anno. Dal 2014 questa fetta servirà anche per l’immissione in ruolo di 69 mila docenti e 16 mila Ata (personale tecnico ausiliario).
Ben 100 milioni sono destinati alle borse di studio degli studenti universitari e 15 vanno agli alunni meritevoli delle scuole medie e superiori, ma privi di mezzi per trasporti e mense scolastiche.
15 milioni saranno subito spesi per fornire di rete wireless i licei e le scuole superiori. In tal modo gli studenti potranno accedere a materiali didattici e contenuti digitali in modo veloce e gratuito. L’adozione di testi scolastici diventa così facoltativa e i docenti potranno sostituirli con altri materiali, ad esempio testi digitali, disponibili attraverso la rete internet senza fili.
6 milioni di euro sono destinati agli studenti delle accademie. Viene fissato un tetto massimo ai libri di testo e 8 milioni serviranno per finanziare l’acquisto da parte delle scuole di testi e ebook, da dare in prestito agli studenti in condizioni economiche disagiate.
Oltre 6 milioni serviranno a migliorare l’orientamento alla scelta della facoltà universitaria e circa 3 porteranno alla reintroduzione della geografia al biennio, negli istituti tecnici.
Ai professori sono destinati 10 milioni di euro per la formazione, soprattutto nell’ambito delle nuove tecnologie, per rafforzare le competenze digitali di una categoria gravemente arretrata. Troppi docenti, spesso in età avanzata, continuano a disdegnare l’utilizzo dei nuovi supporti comunicativi e addirittura dei pc, creando un grave danno alla qualità dell’istruzione pubblica.
Tra le novità, sarà vietato fumare nei cortili degli istituti e non solo nelle aule. Divieto esteso anche alle sigarette elettroniche. Cambiano pure i tempi dei permessi di soggiorno per gli studenti stranieri, che saranno allineati a quelli dei percorsi di studio. Le scuole paritarie gestite dalle onlus, inoltre, dovranno pagare l’Imu.
Il segretario del Partito democratico, Guglielmo Epifani, ha voluto ringraziare il ministro Carrozza per la volontà di investire nella formazione. Critica invece la Lega, per bocca del deputato Gianluca Pini: << Così aumenteranno – dice – la spesa pubblica e le tasse >>.
Con il decreto sull’istruzione, l’università e la ricerca, il governo ha dimostrato l’impegno nel valorizzare l’istruzione pubblica quale patrimonio per il rilancio del paese. Adesso toccherà agli studenti dimostrare d’essere meritevoli di tanta fiducia.